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Victor-Marie Hugo, più comunemente noto come Victor Hugo (pronuncia francese [vikˈtɔʁ maˈʁi yˈgo]; Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885) è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo e politico francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia. Si cimentò in numerosi campi, divenendo noto anche come saggista, aforista, artista visivo, statista e attivista per i diritti umani.
Tra i principali teorici ed esponenti principali del movimento letterario romantico, seppe tenersi lontano dai modelli malinconici e solitari che caratterizzavano i poeti del tempo, riuscendo ad accettare le vicissitudini non sempre felici della sua vita (dei quattro figli che giunsero all’età adulta, tre moriranno prima di lui, mentre la figlia Adèle finirà ricoverata in manicomio) per farne esperienza esistenziale e cogliere i valori e le sfumature dell’animo umano. I suoi scritti giunsero a ricoprire tutti i generi letterari, dalla poesia lirica al dramma, dalla satira politica al romanzo storico e sociale, suscitando consensi in tutta Europa.
Biografia
Nasce il 26 febbraio 1802 a Besançon nella Franca Contea. Nel 1808 raggiunge il padre in Italia, ad Avellino, e ivi dimora per sette mesi in quello che ricorderà nei suoi scritti come il “palazzo di marmo”.[2] Nel 1813 i suoi genitori si separano e la madre si stabilisce a Parigi insieme al generale Victor Fanneau de la Horie. Qui Hugo frequenta il Politecnico dal 1815 al 1818 per volere del padre, ma ben presto abbandona gli studi tecnici per dedicarsi alla letteratura. Ha quattordici anni quando scrive su un diario:
«Voglio essere o Chateaubriand o niente.» |