Oscar Wilde

di | 1 Gennaio 2021

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Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde, noto come Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900), è stato uno scrittore, aforista, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età vittoriana, esponente del decadentismo e dell’estetismo britannici.

Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto raffinata e incline alla ricerca del bon mot (della “battuta” di spirito), con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l’attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l’uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato.

Nato da famiglia irlandese, con origini locali, inglesi e forse italiane, trasferitosi poi in Inghilterra, l’episodio più notevole della sua vita, di cui si trova ampia traccia nelle cronache del tempo, fu il processo e la condanna a due anni di lavori forzati per «gross public indecency», come era definita l’omosessualità dalla legge penale che codificava le regole, anche morali, riguardanti la sessualità. Wilde, già sposato, perse inoltre la possibilità di vedere i due figli. Dovette abbandonare la Gran Bretagna per l’Europa continentale. Morì in Francia per meningoencefalite, dopo essersi convertito in punto di morte alla religione cattolica, a cui da tempo si sentiva più vicino.

Le sue opere, tra le quali – in particolare – i suoi testi teatrali, sono considerate dai critici dei capolavori del teatro dell’Ottocento.

BIOGRAFIA

ORIGINI E RAPPORTI CON I GENITORI: Oscar era figlio di due personaggi notevoli: il padre, Sir William, era un celebre oftalmologo irlandese, fondatore di un ospedale a Dublino (il St Mark) e autore di diversi trattati medici ritenuti validi per molto tempo. Fra i suoi pazienti, a partire dal 1863, poté annoverare il re Oscar I di Svezia e la regina Vittoria d’Inghilterra, di cui divenne oculista personale. Sir William scrisse anche libri di archeologia e di folclore.

La passione per le donne sciupò la sua fama di medico e scienziato: fu infatti accusato di stupro ai danni di una ragazza diciannovenne, Mary Travers. Il processo che ne seguì, quasi un preannuncio di quello che in seguito subirà il figlio Oscar, che all’epoca dei fatti aveva otto anni, si risolse con una condanna al risarcimento dei danni per una somma di 2.000 sterline (dell’epoca).

La madre, Jane Francesca Elgee, era una poetessa irlandese di remote origini inglesi e d’ispirazione byroniana conosciuta sotto lo pseudonimo di “Speranza” (in italiano), che derivava dal suo motto “Fidanza, speranza, costanza”. La poetessa affermava di discendere da una nobile famiglia toscana, circostanza poco probabile. Proprio come il figlio, la madre tendeva a nascondere la sua vera età, che venne però ricavata dalla sua richiesta di finanziamento alla “Royal Literary Fund” nel 1888.

La donna, dal carattere ribelle, sostenne la causa dell’irredentismo irlandese, mentre la sua passione per il confronto e la critica letteraria la condusse alla fondazione di un salotto culturale a Dublino e in seguito anche di uno a Londra. Era un’abile conversatrice e i suoi ricevimenti erano avvenimenti importanti per la società dublinese.

Oscar Wilde aveva poco in comune con il padre, molto invece con la madre, cui somigliava nell’aspetto, nella voce, nelle eccentricità e nella passione per la letteratura. Dalla madre aveva ereditato anche piccoli vezzi, come l’abitudine a nascondere la sua vera età. In occasione dei compleanni era solito scherzare e vestirsi in gramaglie, affermando di sentirsi in lutto per la morte di un altro dei suoi anni. Oscar aveva in comune con il padre l’abilità oratoria e la scarsa considerazione per l’opinione pubblica.

Quando il padre scrisse un libro, Lough Corrib, che narrava le spinose vicende del processo subito, Oscar si vantò di aver ereditato dal padre un nome famoso. La madre, che aveva sperato nella nascita di una femmina, in seguito espresse più volte il desiderio di vedere il figlio maschio inatteso percorrere una carriera da parlamentare.

La coppia ebbe tre figli: il maggiore, William Robert Kingsbury Wills Wilde (nato il 26 settembre 1852), il secondogenito, Oscar, il cui nome completo era Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde e la minore, Isola Francesca Emily Wilde (nata il 2 aprile 1857). Nella scelta del nome per Oscar e i fratelli sua madre volle riferirsi a vari elementi:

  • Oscar, secondo la mitologia irlandese, era il nome del figlio di Oisin (l’Ossian dei Poemi) nato nella terra dell’eterna giovinezza, da ciò l’augurio di rimanere sempre giovane;
  • Kingsbury, in omaggio alla famiglia della madre;
  • O’Flahertie, dall’antica parentela della nonna paterna.

Oscar cambiò spesso la sua firma e il modo con cui si faceva chiamare; all’università, ad esempio, scelse il nome di Wills Wilde.

Uscito di prigione adotterà il nome Sebastian Melmoth, protagonista del romanzo Melmoth the Wanderer, scritto dal prozio materno Charles Robert Maturin, mentre il nome deriva dalla nota leggenda di san Sebastiano come icona omosessuale.

A chi sosteneva che il cognome irlandese preceduto da “Mac” fosse più importante di quello con “O'”, Oscar affermava che tra le famiglie di nobili origini vi erano anche gli “O’ Wilde”.

Nel corso della vita utilizzò anche altre firme:

  • O.FO.F.W.W., in occasione delle collaborazioni alla rivista Kottabos (negli anni del College);
  • C.3.3., firma inventata durante la prigionia;
  • Sant’Oscar di Oxford, elaborata poco prima della morte.

Non gradiva che qualcuno gli facesse notare che il suo nome in realtà fosse solamente Oscar Wilde, o, peggio ancora, solo Oscar. In seguito venne chiamato anche “Grey Crow” (corvo grigio). La moglie Constance amava chiamarlo Oscàr alla francese.

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