C. S. Lewis

di | 11 Gennaio 2021
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Clive Staples Lewis, meglio conosciuto come C. S. Lewis (Belfast, 29 novembre 1898 – Oxford, 22 novembre 1963), è stato uno scrittore, saggista e teologo britannico.

Noto come uno dei “padri” della narrativa fantasy insieme a George MacDonald e J.R.R. Tolkien, fu l’autore del ciclo di romanzi high fantasy de Le cronache di Narnia, una delle opere letterarie di maggior successo del XX secolo, con una vendita complessiva di 100 milioni di copie in tutto il mondo.

Egli fu inoltre docente di lingua e letteratura inglese all’Università di Oxford ed in quella sede divenne grande amico dello stesso Tolkien, col quale, insieme anche a Charles Williams ed altri, fondò il circolo informale di discussione letteraria degli Inklings.

Biografia

Le vicende biografiche di Lewis meritano una certa attenzione, in quanto si trovano frequentemente tematizzate nelle sue opere: si pensi alla morte della madre, avvenuta quando Lewis aveva dieci anni, o la complessa evoluzione intellettuale del giovane Clive sfociata nella conversione al cristianesimo anglicano, per non parlare dell’amicizia con i membri del club degli Inklings J. R. R. Tolkien e Charles Williams. Che Lewis ritenesse la sua biografia degna di interesse per i lettori è se non altro testimoniato dalla pubblicazione di un’opera autobiografica incentrata sugli anni giovanili.

1898-1915 Infanzia e adolescenza
Clive Staples Lewis nasce nel 1898 a Belfast, Irlanda, secondo dei due figli di Albert James Lewis e Flora Augusta Hamilton. Il fratello Warren Hamilton Lewis era più grande di tre anni. Il padre di Lewis era un avvocato di origini gallesi trasferito in Irlanda del Nord per ragioni di lavoro, mentre la madre era figlia di un parroco della Chiesa d’Irlanda anglicana e aveva compiuto studi di matematica e logica.

All’età di sei anni Lewis trasloca con la sua famiglia a Strandtown, ed è lì che nel 1908 muore la madre. La morte della madre ha un impatto emotivo molto forte su Clive, che ha solo 10 anni, ed è considerato un evento di grande importanza per comprendere l’evoluzione della sua filosofia. L’anno della morte della madre, Lewis viene iscritto alla Wynyard School di Watford (Hertfordshire), in Inghilterra. Deve quindi abitare nel convitto della scuola assieme al fratello. Ma la scuola chiude poco tempo dopo, anche perché il preside viene internato in manicomio. Quindi Lewis frequenta per pochi mesi il Campbell College, non lontano dalla sua casa di Belfast, ma deve abbandonare la scuola per problemi respiratori. Successivamente viene poi iscritto prima a Cherbourg, e poi al Malvern College, nel Worcestershire.

All’età di quindici anni Lewis prende un’importante decisione: quella di abbandonare la fede cristiana. I motivi si possono leggere nella sua autobiografia Sorpreso dalla gioia.

Lewis descrive l’ambiente educativo delle scuole inglesi di quell’epoca con toni poco lusinghieri, paragonandole a campi di concentramento, ed è a causa delle sue difficoltà di integrazione che abbandona la scuola per passare ad una formazione privata. Questa viene affidata a William T. Kirkpatrick, un ex preside che era stato insegnante di suo padre. Kirkpatrick è un insegnante estremamente valido e professa una forma di razionalismo agnostico in tema di religione.

Tra le passioni giovanili di Lewis sono molto importanti le storie fantastiche con animali: era appassionato dei libri di Beatrix Potter e si divertiva a scrivere storie assieme al fratello, inventando un mondo di animali parlanti chiamati Boxen. Successivamente nel periodo dell’adolescenza Lewis comincia a interessarsi alle storie e alle leggende nordiche. Queste leggende influivano sulla sua percezione di un sentimento indistinto che lui chiamava joy (gioia). Anche l’amore per la bellezza della natura si inseriva in questo sentimento che le saghe nordiche evocavano.

1916-1920 L’ammissione a Oxford e l’esperienza della guerra
Nel 1916, a diciotto anni, Lewis vince una borsa di studio per lo University College di Oxford. Viene tuttavia subito richiamato alle armi nel 1917 per servire come ufficiale nel terzo battaglione del Somerset Light Infantry. Viene schierato in prima linea il giorno del suo diciannovesimo compleanno, nella valle della Somme, in Francia.

Durante il periodo di addestramento militare divide la stanza con un altro cadetto, “Paddy” Moore, che muore poco dopo nel corso dei combattimenti del 1918. Prima di morire Paddy presenta a Lewis sua madre, Janie King Moore. Ne nasce un’amicizia con la donna che a quel tempo aveva 44 anni. Lewis racconterà di aver promesso all’amico che se fosse morto in combattimento, si sarebbe preso cura della madre al posto suo.

Anche Lewis rimane ferito nella battaglia di Arras e comincia a soffrire di depressione. Durante la convalescenza viene trasferito in Inghilterra dove viene poi congedato nel dicembre del 1918. Può così tornare ai suoi studi all’Università di Oxford.

È durante la convalescenza per le ferite che l’amicizia con Janie Moore, la madre quarantenne dell’amico Paddy morto in battaglia, diviene particolarmente importante. Ci sono disaccordi tra i biografi di Lewis sulla natura della relazione tra Lewis e Janie Moore. Lewis è sempre stato reticente su questo punto e nella sua autobiografia scrive solo una frase piuttosto oscura
«All I can or need to say is that my earlier hostility to the emotions was very fully and variously avenged.»

Molti – compresi i biografi di Lewis Hooper, Wilson e Sayer – pensano che i due furono probabilmente amanti nei primi anni della loro relazione. Ad ogni modo la loro amicizia è certamente molto stretta. Nel dicembre 1917 Lewis scrive in una lettera al suo amico di infanzia Arthur Greeves che Janie Moore e lo stesso destinatario dell’epistola erano le due persone che contavano di più per lui nel mondo.

Dopo la guerra Lewis e Janie Moore vanno a vivere insieme. Nel 1930 Lewis si trasferisce assieme al fratello Warren in una casa vicino a Oxford (The Kilns). I fratelli Lewis e Janie Moore acquistano la casa suddividendosi le spese dell’appartamento; nel 1973 alla morte di Warren Lewis la casa passerà in eredità alla figlia di Janie Moore Maureen Dunbar divenuta baronessa Dunbar di Hempriggs.

Janie Moore viene descritta come autoritaria e possessiva da alcuni biografi di Lewis, tuttavia sembra che fosse anche una donna affettuosa e ospitale, ben vista dai sui vicini. Era generosa e mi ha insegnato ad essere generoso e buono dice Lewis al suo amico George Sayer.

1921-1931 L’inizio della carriera accademica e l’incontro con Tolkien
Nel 1920 Lewis riceve il First in Honour Moderations (Letteratura greca e latina), nel 1922 il First in Greats (Filosofia e storia antica) e nel 1923 il First in English. Comincia così una carriera accademica che lo porterà ad ottenere prima l’incarico di tutor temporaneo di filosofia presso l’University College e poi, nel 1925, quello di Fellow and Tutor di Lingua e Letteratura Inglese presso il Magdalen College di Oxford, dove rimase fino al 1954 quando divenne docente a Cambridge. Ad Oxford negli anni venti incontra J. R. R. Tolkien e, dopo la primitiva antipatia, i due diventano amici, passando molto tempo assieme a discorrere dei loro argomenti preferiti: Asgard e i miti nordici.

Discutono molto anche di religione e Tolkien, cattolico, contribuisce, assieme ad Hugo Dyson, al radicale cambiamento di Lewis che tra il 1929 e il 1931 decide di convertirsi al cristianesimo aderendo alla chiesa anglicana. Tolkien sperava di convincerlo a farsi cattolico, ma il retroterra culturale nord-irlandese di Lewis lo porta ad aderire a quella che definirà “una via media tra cattolicesimo e protestantesimo” cioè la chiesa anglicana. Lewis dapprima abbandona l’ateismo degli anni giovanili per professarsi genericamente teista poi decide di accettare la fede cristiana nella sua interezza. Un’analisi molto interessante delle varie fasi della sua conversione viene fatta dallo stesso Lewis nella sua autobiografia degli anni giovanili Sorpreso dalla gioia e nel romanzo allegorico Le due vie del pellegrino pubblicato nel 1933, due anni dopo la sua conversione.

Nelle modalità della conversione di Lewis vanno anche cercate importanti chiavi di lettura della sua opera. Come riferisce H. Carpenter nel libro Gli Inklings nella notte del 19 settembre 1931 è Tolkien a fornire all’amico una suggestione fondamentale per poter accettare pienamente il Cristianesimo, ricorrendo proprio all’amore di Lewis per la mitologia e alle teorie di Barfield.

«Tolkien chiese a Lewis se, godendo di tanti miti che parlavano di morte e resurrezione di antichi Dei, si fosse mai posto la domanda del loro “significato”. Naturalmente no, si limitava ad appassionarsi a quelle storie e ne ricavava intuitivamente qualcosa che i più astrusi ragionamenti teologici non avrebbero mai potuto dargli. Perché, allora, non poteva considerare la storia del Cristo come un racconto che si fa vero? Così come parlare è un’invenzione riguardante oggetti e idee, sosteneva Tolkien, il mito è un’invenzione a proposito della verità.»

1932-1950 Il successo come scrittore
Lewis pubblica nel periodo tra il 1930 e il 1950 la maggior parte delle sue opere, sia quelle prettamente accademiche che i romanzi. Importante in questi anni è la sua amicizia con Charles Williams che assieme a Tolkien è membro del circolo letterario degli Inklings. In quegli anni Lewis dichiara apertamente che Williams è l’autore che lo ha influenzato di più. Tolkien invece è molto diffidente nei confronti degli interessi esoterici di Williams. Mentre continua la sua carriera accademica Lewis già nel corso degli anni quaranta raggiunge una enorme popolarità grazie ai suoi romanzi e ai suoi saggi che vendono milioni di copie tanto da meritare nel 1947 l’articolo di copertina della rivista Time Magazine[3], che viene intitolato “Don v. Devil” con riferimento a Le lettere di Berlicche pubblicate nel 1942. Ma questa popolarità diventa se possibile ancora maggiore quando, a partire dal 1950, Lewis comincia a dedicarsi alla narrativa per l’infanzia pubblicando le storie delle Cronache di Narnia.

1947: l’epistolario sull’ecumenismo con don Giovanni Calabria
Nel 1947 don Giovanni Calabria (canonizzato santo della Chiesa Cattolica nel 1999), dopo aver letto le Lettere di Berlicche, volle scrivere in lingua latina a Lewis. Lewis che amava l’uso del latino avviò con il sacerdote veronese una corrispondenza di circa 30 lettere. Il tema conduttore era l’ecumenismo sviluppato in un dialogo tra un prete cattolico ed un laico anglicano. Walter Hooper ha collocato la corrispondenza tra gli importanti documenti ecumenici del 900. Don Calabria nel 1949 incoraggiò anche don Paolo Arnaboldi a intrattenere un rapporto epistolare con C.S.Lewis. La carità tra fratelli opererà l’ecumenismo tra cristiani più della teologia è la sintesi che don Arnaboldi fa di quegli scambi epistolari. Alla morte di Don Calabria nel 1954 il suo successore don Luigi Pedrollo continuò lo scambio epistolare fino alla morte di Lewis.

1948: il dibattito sul naturalismo con Elizabeth Anscombe
Secondo alcuni biografi l’impegno letterario di Lewis viene reso più intenso da un episodio avvenuto nel 1948. In uno dei dibattiti organizzati presso il Club Socratico di Oxford Lewis si confronta con una giovane e brillante docente di filosofia, Elizabeth Anscombe, convertita al cattolicesimo e allieva di Ludwig Wittgenstein. Il tema del dibattito riguarda il naturalismo ed era stato trattato nell’opera di Lewis Miracoli – Uno studio preliminare. Nel corso del dibattito la Anscombe corregge in modo molto convincente l’argomento di Lewis sulle difficoltà del naturalismo. Egli – secondo la versione che danno di questo fatto George Sayer e Derek Brewer – si sentì così umiliato dall’esito del dibattito da decidere di abbandonare per sempre la saggistica filosofica e teologica per dedicarsi interamente alla letteratura.

Secondo la versione dell’episodio data dalla stessa Anscombe nell’introduzione alla sua opera Metaphysics and the Philosophy of Mind, Lewis avrebbe accolto le critiche con grande tranquillità tanto da modificare le successive edizioni dell’opera Miracles per tenere conto delle osservazioni della Anscombe.

L’argomento “a partire dalla ragione” contenuto nel saggio di Lewis Miracoli è stato considerato un suo contributo originale e oggetto di approfondimento e rielaborazione da parte di Victor Reppert, William Hasker, e Alvin Plantinga.

1951-1963 L’incontro con Joy
Lewis è ormai all’apice della sua fama quando, nel 1950, riceve la prima lettera di Helen Joy Davidman-Gresham, un’americana appassionata delle sue opere. Con lui inizia subito un lungo rapporto epistolare. Coincidenza singolare: nelle opere di Lewis il misterioso rapporto dell’uomo con l’assoluto e con il desiderio che ne è la manifestazione viene descritto con il concetto di ricerca della gioia (in inglese joy, si vede a questo proposito l’autobiografia Surprised by joy). All’età di 52 anni Lewis finisce con l’incontrare una donna che si chiama proprio Joy e si innamora di lei. Il rapporto continua in forma epistolare finché, nel 1952, Lewis incontra personalmente la donna ed inizia a frequentarla. Nel 1956 si unisce a lei con un matrimonio civile (ufficialmente solo per garantirle la cittadinanza britannica) e nel 1957 celebra anche le nozze religiose secondo il rito anglicano. Joy però si ammala di tumore alle ossa e muore nel 1960.

Il racconto dell’esperienza della morte della moglie e dei momenti successivi è affidato alle pagine di Diario di un dolore (A Grief Observed), pubblicato nel 1960 con lo pseudonimo di N. W.Clerk.

Clive Staples Lewis muore il 22 novembre 1963 in seguito all’aggravarsi di problemi cardiaci. Viene sepolto nel cimitero di Headington Quarry Churchyard a Oxford. La morte viene praticamente ignorata dai media perché nello stesso giorno viene assassinato John F. Kennedy e muore Aldous Huxley.

Lewis come personaggio teatrale, cinematografico e letterario (1985-1993)
L’incontro di Lewis con Joy è anche la trama di un film del 1993, Viaggio in Inghilterra ((EN) Shadowlands), diretto da sir Richard Attenborough, che è a sua volta la trasposizione cinematografica di un dramma teatrale scritto nel 1985 per la tv inglese BBC da William Nicholson e successivamente portato in scena a Plymouth nel 1988 e in seguito a Broadway. Nella prima versione televisiva il ruolo di Lewis era interpretato da Joss Acklund, in quella cinematografica da sir Anthony Hopkins.

Quest’opera, pur avendo dei meriti per la perfetta ricostruzione del mondo di Lewis, non manca di alcune inesattezze rispetto alla biografia reale dello scrittore. Secondo il dramma, Lewis al momento del suo incontro con Joy sarebbe stato un professore un po’ noioso deciso ad organizzare tutta la sua vita in modo da mantenere un distacco dagli altri esseri umani per non correre il rischio di soffrire per la loro perdita, pur insegnando nelle sue conferenze e nei suoi libri che la sofferenza non può essere usata per accusare Dio. In realtà la vita del vero Lewis era stata molto diversa. A parte la sua esperienza diretta dei combattimenti della prima guerra mondiale, durante la quale venne ferito, basta menzionare la sua relazione con la signora Jane Moore.

Consapevole dei limiti della sua opera, Nicholson (l’autore del testo teatrale) ha affermato:

«Shadowlands è basato su eventi della vita di due persone reali, ma non è un documentario. Ho utilizzato solo alcune parti delle loro storie, e ne ho escluse delle altre, immaginando il resto. La storia d’amore che ha legato Lewis e la Gresham è autentica, ma entrambi sono stati molto riservati sui loro sentimenti: nessuno dunque sa con esattezza come e perché si sono innamorati. È proprio in questa zona d’ombra che si sviluppa la storia che ho creato” (William Nicholson, The Theatre of Western Springs)»

Sulla vivacità e passionalità della personalità di Lewis esistono anche altre importanti testimonianze di Tolkien, suo esatto opposto per quanto riguarda i temi etici e teologici, ma suo buon amico da sempre.

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