SAMUEL JOHNSON

di | 28 Gennaio 2021

INFANZIA E ADOLESCENZA

Nato il 18 settembre 1709 da Michael Johnson, un libraio, e da sua moglie, Sarah Ford, Samuel Johnson affermò spesso di essere cresciuto in povertà. Dal momento che entrambe le famiglie erano benestanti, non è chiaro cosa sia mai accaduto nel periodo tra il matrimonio di Michael e Sarah e la nascita di Samuel, avvenuta appena tre anni dopo, per provocare un tale cambiamento nelle condizioni della famiglia. Johnson venne alla luce nella casa di famiglia situata sopra la libreria paterna in Lichfield, Staffordshire e, siccome sua madre Sarah aveva 40 anni al momento della nascita di Samuel, ci fu bisogno dell’assistenza di un uomo-ostetrica e chirurgo di “gran reputazione”, di nome George Hector. Appena venuto alla luce, il piccolo Samuel non pianse e, avendo suscitato dubbi sul suo stato di salute, sua zia esclamò “che non l’avrebbero nemmeno raccolta dalla strada una povera creatura in quelle condizioni”. Poiché si temeva che il bambino potesse morire, fu chiamato il vicario della chiesa di St. Mary affinché impartisse il Sacramento del Battesimo al piccolo. Come padrini vennero scelti: Samuel Swynfen, un medico laureato al Pembroke College di Oxford e Richard Wakefield, un avvocato, medico legale e segretario comunale di Lichfield. Lo stato di salute del piccolo Samuel migliorò e fu messo a balia presso Joan Marklew. Johnson ben presto contrasse la scrofola, un malattia che a quel tempo era denominata the King’s Evil (“il male del re” in inglese), perché si pensava che i sovrani imponendo le mani fossero in grado di guarire tale patologia, capacità ereditata per la loro discendenza da Edoardo il Confessore, re inglese dal 1042 al 1066, che, secondo talune leggende, l’aveva ereditata da San Remigio, vescovo di Reims. Sir John Floyer, ex medico di Carlo II d’Inghilterra, consigliò che Johnson per guarire ricevesse il tocco reale da parte della regina Anna, cosa che avvenne il 30 marzo 1712. Tuttavia, il rituale non sortì effetto alcuno e Johnson fu sottoposto ad un intervento chirurgico che lasciò cicatrici permanenti su viso e corpo. Con la nascita del fratello di Samuel, Nathaniel, Michael Johnson non riuscì più a far fronte ai debiti accumulatisi col tempo e la sua famiglia non fu più in grado di mantenere lo stile di vita cui era stata abituata.

Johnson dimostrò precoci segni di intelligenza e i suoi genitori, come ricorderà in seguito con disgusto, andavano sbandierando in giro le sue “più recenti capacità acquisite”. La sua istruzione iniziò all’età di tre anni grazie a sua madre che gli faceva imparare a memoria e recitare brani del Libro delle preghiere comuni. Quando Johnson compì quattro anni venne iscritto ad una scuola nei pressi di casa sua e quando ne compì sei venne mandato da un vecchio calzolaio per continuare la sua istruzione. A sette anni, Johnson venne iscritto alla Lichfield Grammar School, dove si distinse in Latino. In questo periodo della sua vita, Johnson iniziò a presentare quei tic che influenzarono il giudizio delle persone che lo conobbero nei suoi ultimi anni e che costituirono la base per la diagnosi postuma della sindrome di Tourette. Per la sua eccellenza negli studi, Johnson venne promosso alla scuola superiore all’età di nove anni. Durante questo periodo, Johnson fece amicizia con Edmund Hector, il nipote dell’uomo-ostetrica George Hector, e conobbe John Taylor, con il quale rimase amico per il resto della sua vita.

All’età di 16 anni, Johnson ebbe la possibilità di stare presso i suoi cugini, i Ford, a Pedmore nel Worcestershire. Qui divenne un caro amico di Cornelius Ford, che utilizzando la propria conoscenza dei classici fece da precettore a Johnson nel periodo in cui non frequentava la scuola. Ford era un noto accademico di successo ma era anche un noto alcolista i cui eccessi lo portarono al decesso sei anni dopo la conoscenza di Johnson. Dopo aver trascorso sei mesi presso i suoi cugini, Johnson rientrò a Lichfield, ma il preside Hunter. “seccato per l’impertinenza di questa lunga assenza”, rifiutò il prosieguo da parte di Johnson della frequenza della Lichfield Grammar School. Per ovviare a questo imprevisto, Johnson venne iscritto presso la King Edward VI Grammar School a Stourbridge. Dato che questa scuola era vicina a Pedmore, Johnson riuscì a trascorrere molto tempo con i Ford e iniziò a scrivere poesie e fare traduzioni di poesie. Tuttavia, egli trascorse solo sei mesi a Stourbridge prima di rientrare ancora una volta dai suoi a Lichfield.

Quando tornò dai suoi, Johnson trovò una situazione precaria a causa del pesante indebitamento di suo padre. Per guadagnare qualcosa, Johnson iniziò a rilegare i libri per la libreria di suo padre ed è possibile che Johnson trascorse la maggior parte del suo tempo nel negozio paterno leggendo varie opere e costruendo così la sua conoscenza letteraria. Le condizioni di povertà durarono fino a che la cugina di Sarah Johnson, Elizabeth Harriotts, morì nel febbraio del 1728 lasciando un lascito consistente per l’iscrizione di Samuel all’università. Il 31 ottobre 1728, poche settimane dopo aver compiuto i 19 anni, Johnson entrò al Pembroke College di Oxford. La somma ereditata non coprì tutte le spese a Pembroke, ma Andrew Corbet, amico e compagno di corso, si offrì di colmare il deficit.

Johnson si fece molti amici a Pembroke e si dedicò ad una lettura intensiva. Negli ultimi anni della sua vita raccontò vari aneddoti sulla sua pigrizia. Un giorno il suo precettore, Jorden, gli assegnò per le feste natalizie il compito di tradurre in latino il Messiah, un’ecloga sacra di Alexander Pope. Johnson completò metà della traduzione in un pomeriggio e il resto la mattina seguente. Benché la traduzione gli abbia meritato lodi, tuttavia non procurò quei vantaggi materiali in cui egli aveva sperato. La traduzione apparve in seguito nella Miscellany of Poems (1731), curata da John Husbands, un precettore al Pembroke College ed è la prima opera pubblicata fra tutti gli scritti di Johnson giunta fino a noi. Johnson trascorse nello studio il rimanente periodo natalizio ed anche oltre. Elaborò un “piano di studi” chiamato Adversaria, rimasto incompiuto, e nel frattempo si dedicò allo studio del Francese e ad affinare la sua conoscenza della lingua greca.

Dopo tredici mesi, per carenza di soldi Johnson fu costretto ad abbandonare Oxford senza aver conseguito la laurea e ritornò a Lichfield. Verso la fine della permanenza di Johnson ad Oxford il suo precettore, Jorden, lasciò Pembroke e fu sostituito da William Adams. Johnson apprezzò molto il metodo di Adams come precettore, ma a dicembre, egli era già di molto arretrato nel pagamento delle tasse scolastiche e fu costretto a tornare a casa. Al Pembroke College lasciò molti dei libri che aveva preso in prestito dalla libreria del padre sia perché non poteva permettersi il costo del trasporto e sia perché li considerava come un pegno da riscattare al più presto ritornando ai suoi studi.

Johnson alla fine ricevette una laurea: poco prima della pubblicazione del suo Dictionary nel 1755, la Oxford University assegnò a Johnson il diploma di Master of Arts. Nel 1765, Johnson conseguì un dottorato onorario presso il Trinity College di Dublino e presso la Oxford University. Nel 1776, ritornò a Pembroke con Boswell per visitare il college avendo come guida il suo ex precettore Adams, ora Master. Quella visità servì a ricordare il tempo trascorso al college, i suoi primi risultati e ad esprimere la sua predilezione per Jorden.

INIZI DELLA CARRIERA : 1731 – 1746

Poco si sa della vita di Johnson del periodo che va dalla fine del 1729 e fino al 1731; è probabile che abbia vissuto presso i genitori. Sperimentò attacchi di angoscia e di dolore fisico durante anni di malattia; i suoi tic e le sue gesticolazioni associati con la sindrome di Tourette cominciarono a divenire meno controllabili e a suscitare spesso commenti nella gente. Nel 1731, il padre di Johnson era pieno di debiti e il suo status nella comunità di Lichfield si era di molto incrinato. Johnson sperava di ottenere un posto da usciere disponibile presso la Stourbridge Grammar School, ma la sua domanda non essendo corredata da un titolo venne scartata il 6 settembre 1731. In questo periodo, il padre di Johnson si ammalò di una “febbre infiammatoria” che lo portò alla morte nel dicembre 1731. Johnson, infine, trovò un impiego da supplente in una scuola di Market Bosworth, diretta da Sir Wolstan Dixie, che permise a Johnson di insegnare pur privo di titolo. Sebbene Johnson venisse trattato come un servo, egli era ben lieto di insegnare nonostante lo ritenesse noioso. A seguito di una discussione con Dixie egli abbandonò la scuola e nel giugno del 1732 fece ritorno a casa.

Johnson continuò a cercare un impiego in una scuola di Lichfield. Dopo che gli venne respinta la domanda per un posto ad Ashbourne, trascorse il tempo con il suo amico Edmund Hector, che abitava nella casa dell’editore Thomas Warren. All’epoca Warren stava per pubblicare il Birmingham Journal, e chiese l’aiuto di Johnson. Questa collaborazione con Warren si intensificò e Johnson propose la pubblicazione di una traduzione delle storie degli Abissini scritte dal missionario gesuita portoghese Jeronimo Lobo. Johnson aveva letto le traduzioni in francese fatte dall’Abbé Joachim Le Grand e ritenne che una traduzione breve in inglese potesse essere “utile e proficua”. Invece di scrivere tutta l’opera di suo pugno, egli la dettò a Hector, che portò la copia corretta in tipografia. L’opera di Johnson, A Voyage to Abyssinia fu pubblicata un anno dopo. Nel febbraio del 1734 ritornò a Lichfield e iniziò a progettare una edizione commentata delle elegie latine di Angelo Poliziano, unitamente ad una storia della poesia in latino da Francesco Petrarca a Poliziano; la pubblicazione era prevista in base ad un certo numero di sottoscrizioni e sarebbe stato il fratello di Samuel, Nathaniel, subentrato a loro padre nella conduzione della libreria, a gestire il tutto. Nonostante il prezzo contenuto col quale veniva offerto il libro, vi furono così poche sottoscrizioni da non giustificare il prosieguo dell’intero progetto.

Johnson rimase accanto al suo caro amico Harry Porter per assisterlo durante la fase terminale di una malattia, che si concluse il 3 settembre 1734 con la morte di Porter, il quale lasciò vedova all’età di 45 anni sua moglie Elizabeth Porter (anche nota come “Tetty”) con i tre figli. Alcuni mesi dopo, Johnson iniziò a corteggiarla. Il Reverendo William Shaw sostiene che “l’iniziativa probabilmente partì da lei, poiché il suo attaccamento a Johnson era in netto contrasto con quanto consigliavano e auspicavano tutti i suoi parenti”. Johnson non aveva esperienza di tali rapporti ma la vedova benestante lo incoraggiò e gli promise di mettere a sua disposizione i suoi cospicui risparmi. Convolarono a nozze il 9 luglio 1735, nella chiesa di St. Werburgh a Derby. La famiglia dei Porter non approvò questa unione per la differenza di età fra i due, Johnson aveva 25 anni ed Elizabeth 46, inoltre il matrimonio fra Elizabeth e Johnson contrariò il figlio di lei, Jervis, al punto che decise di interrompere i rapporti con la madre. Tuttavia, la figlia Lucy aveva accettato Johnson sin dall’inizio, mentre l’altro figlio, Joseph, accettò in un secondo momento l’avvenuto matrimonio.

Nel giugno del 1735, mentre lavorava come precettore per i figli di Thomas Whitby, Johnson presentò una domanda per il posto di preside della Solihull School. Nonostante il sostegno da parte di Walmesley, Johnson fu scartato perché i dirigenti scolastici ritenevano che egli era “un signore molto altezzoso e di cattivo carattere e che aveva un modo di alterare le sue sembianze (sia pur non volendo) che poteva turbare i ragazzi”. Con l’incoraggiamento di Walmesley, Johnson decise che avrebbe potuto essere un insegnante di successo se avesse diretto una propria scuola.

Nell’autunno del 1735, Johnson aprì un istituto privato a Edial, vicino Lichfield. Ebbe solo tre allievi: Lawrence Offley, George Garrick, e il diciottenne David Garrick, che diverrà uno dei più famosi attori del suo tempo. Questa iniziativa pedagogica non ebbe successo e costò a Tetty una sostanziosa porzione dei suoi risparmi. Invece di cercare di portare avanti la scuola, Johnson cominciò a scrivere la sua prima opera importante, la tragedia di ambientazione storica Irene. Il biografo Robert DeMaria riteneva che la sindrome di Tourette rendesse impossibile per Johnson l’esercizio di attività pubbliche come il maestro di scuola o il precettore; questo potrebbe spiegare perché Johnson si convincesse a dedicarsi alla “invisibile occupazione di scrittore”.

Il 2 marzo 1738 Johnson partì per Londra insieme al suo ex allievo David Garrick, in quello stesso giorno morì Nathaniel, il fratello di Johnson. Egli era senza un soldo e un po’ pessimista circa il viaggio, ma fortunatamente per loro, Garrick vantava conoscenze a Londra e così riuscirono a sistemarsi presso un suo lontano parente, Richard Norris. Johnson ben presto si trasferì a Greenwich vicino al Golden Hart Tavern per completare il dramma Irene. Il 12 luglio 1737 Johnson scrisse ad Edward Cave proponendogli la pubblicazione della traduzione della Storia del Concilio di Trento di Paolo Sarpi, che Cave accettò di pubblicare solo alcuni mesi dopo. Nel mese di ottobre del 1737 Johnson fece venire sua moglie a Londra e trovò lavoro presso la redazione di The Gentleman’s Magazine, periodico pubblicato da Cave. Durante questo periodo, le richieste provenienti dalla rivista e da altri editori furono “di una quantità e di una varietà senza pari” e “così numerose, variegate e disseminate” che “lo stesso Johnson non poteva farne un elenco completo”. Il nome “Columbia”, un nome poetico che verrà utilizzato come calco linguistico per indicare gli Stati Uniti, fu coniato da Johnson e apparve per la prima volta nel 1738 proprio nella pubblicazione settimanale dei dibattiti parlamentari inglesi in The Gentleman’s Magazine.

Nel maggio 1738 venne pubblicato in forma anonima London, la prima opera importante di Johnson. Basata sulla III Satira (Non c’è posto a Roma per un Romano) di Giovenale, quest’opera descrive il personaggio Thales in partenza per il Galles per sfuggire le difficoltà del vivere in Londra, che è ritratta come un luogo di criminalità, corruzione e abbandono dei poveri. Johnson non riusciva a considerare che tale opera potesse recargli qualche merito come poeta. Alexander Pope affermò:”l’autore verrà presto déterré” (portato alla luce, reso noto), ma questo sarebbe accaduto solo 15 anni dopo.

Mel mese di agosto, Johnson non poté accedere alla posizione di direttore della Appleby Grammar School, non avendo un Master of Arts rilasciato da Oxford o Cambridge. Nel tentativo di porre fine a questi rifiuti, Alexander Pope chiese a Lord Gower di usare la sua influenza perché a Johnson fosse assegnato tale titolo accademico. Gower inoltrò una petizione ad Oxford perché fosse attribuita a Johnson una laurea honoris causa, ma gli venne risposto che la sua era “una richiesta fuori luogo”. Gower non demorse e scrisse ad un amico di Jonathan Swift perché chiedesse a Swift stesso di rivolgersi alla Università di Dublino perché venisse assegnato un diploma a Johnson, nella speranza che poi che questo titolo potesse essere usato per giustificare il rilascio di un Master of Arts da parte di Oxford, ma Swift rifiutò di fare un piacere a Johnson.

Fra il 1737 e il 1739, Johnson fece amicizia con il poeta Richard Savage. Sentendosi in colpa per il fatto di vivere a spese della moglie Tetty, Johnson abbandonò la casa coniugale e si accompagnò con Savage. Tutti e due erano poveri in canna e trovavano ospitalità nelle taverne o un giaciglio in locali di fortuna e certe volte erano costretti a passare la notte in giro per le strade. Una notte i due si trovarono a percorrere St.James’s Square in cerca di un riparo, ma siccome si sentivano con il morale alto e colmi di patriottismo, cominciarono a inveire contro il governo e “resolved they would stand by their country”. Gli amici di Savage cercarono di aiutarlo proponendogli di trasferirsi nel Galles, ma Savage andò a finire a Bristol e continuò a fare debiti. Venne per questo rinchiuso in prigione e vi morì nel 1743. Un anno dopo, Johnson scrisse la Vita di Richard Savage (1744), un’opera “toccante” che, secondo il biografo e critico Walter Jackson Bate, “rimane una delle opere innovative nella storia della biografia”.

 

 

 

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