Pink Floyd

di | 11 Gennaio 2021
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I Pink Floyd sono stati un gruppo musicale rock britannico formatosi nella seconda metà degli anni sessanta; nel corso di una lunga carriera, è riuscito a riscrivere le tendenze musicali della propria epoca, diventando uno dei gruppi più importanti della storia.

Biografia

Pink Floyd nascono dall’incontro tra due gruppi di amici che confluiscono nella formazione: un primo gruppo proveniente da famiglie di origini borghesi di Cambridge,[26] composto da coloro che sarebbero divenuti, in periodi diversi, i tre uomini guida della band, Roger Waters, Syd Barrett e David Gilmour,[27] l’altro gruppo costituitosi presso la facoltà di architettura del Politecnico di Regent Street a Londra (divenuta in seguito l’Università di Westminster), composto dallo stesso Roger Waters, da Richard “Rick” Wright e da Nick Mason. Lo studio universitario permette loro di acquisire buone conoscenze per quella che sarebbe divenuta negli anni a venire l’attenzione agli aspetti tecnologici e agli effetti scenici tipici dei loro concerti; tuttavia Wright mostra ben poco interesse nella prosecuzione degli studi e, dopo un solo anno e in accordo col corpo docente, abbandona la facoltà e s’iscrive a una scuola di musica, il London College of Music. Nel 1963 i tre danno vita, assieme a Clive Metcalf, a Keith Noble e alla sorella Sheilagh, prima ai Sigma 6 e poi, al variare della line-up, a vari altri gruppi, tra cui gli Screaming Abdabs, i Leonard’s Lodgers e gli Spectrum Five per approdare infine, all’inizio del 1965, ai Tea Set, composti da Waters, Wright e Mason, dal chitarrista Bob Klose, dal cantante Chris Dennis, impiegato presso la Royal Air Force, e da Syd Barrett che, dopo aver frequentato per due anni l’Istituto d’Arte del Technical College di Cambridge, nel 1964 si sposta a Londra per iscriversi al Camberwell College of Arts. La presenza di Barrett, aggregatosi da pochi mesi alla band, porta a rendere progressivamente marginale la figura di Chris Dennis, che abbandona il gruppo nel 1965 quando viene chiamato dalla RAF a lavorare in Bahrein.

L’era di Barrett (1965-1968)
Durante un’esibizione che si svolge in una base della RAF nel gennaio del 1965, il gruppo scopre che nel cartellone del giorno seguente è prevista l’esibizione di un’altra band, anch’essa denominata Tea Set. Per evitare possibili problemi legati ai diritti di utilizzo di quel nome, Syd conia il nuovo nome della band, i Pink Floyd, composto unendo i nomi di due bluesman americani, Pink Anderson e Floyd Council. Il gruppo alterna ancora il nome Tea Set, Pink Floyd e talvolta Pink Floyd Sound dal Gennaio 1965 fino agli inizi del 1966, prima di adottare in maniera definitiva l’appellativo di Pink Floyd. In quel periodo il gruppo suona come spalla, ottiene un ingaggio fisso presso il Countdown Club, vicino Kensington High Street, comincia a formarsi un repertorio, partecipa a provini e concorsi rock. Nell’estate del 1965 anche Bob Klose abbandona la band per tornare al college, ma la sua assenza non provoca serie conseguenze.

Agli inizi del 1966 le esibizioni del gruppo suscitano l’interessamento da parte del Marquee Club, che li ingaggia per partecipare agli spontaneous underground, una sorta di happening privati organizzati da Bernard Strollman, il fondatore dell’etichetta ESP-Disk, che si svolgono presso il club alla domenica pomeriggio e che portano la band dall’iniziale repertorio rhythm and blues a improvvisazioni sonore e ai primi esperimenti di light show. Durante uno di questi spettacoli vengono notati da Peter Jenner, manager della Blackhill Enterprises che, colpito dalle loro sonorità e convinto di trovarsi di fronte a una band emergente, li ingaggia nell’autunno di quell’anno e decide, assieme al suo socio, Andrew King, di investire nella strumentazione professionale, rinnovandone interamente l’impianto di amplificazione. King mette la band in contatto col nascente movimento underground londinese, sviluppatosi in un periodo di grandi cambiamenti, politici e sociali, e che portano la rivista Time a definire Londra, la città rappresentativa degli anni sessanta (come Roma lo era stata per gli anni cinquanta), Swinging London.

Il 15 ottobre i Pink Floyd Sound, che a fine mese si accordano con Jenner e King per acquisire la comproprietà della Blackhill, partecipano alla festa di inaugurazione della rivista International Times che si svolge presso la Roundhouse, e nel mese di dicembre suonano dapprima alla Royal Albert Hall a una festa di beneficenza della Oxfam e poi si esibiscono in uno dei locali più all’avanguardia della ribalta londinese, lo UFO Club. È in questo periodo che all’originale repertorio che si richiama al blues, come Let’s Roll Another One e Lucy Leave, che verrà incluso tra i brani dell’album 1965: Their First Recordings, pubblicato nel 2015, si vanno sostituendo brani strumentali spazio-psichedelici quali Astronomy Domine e Interstellar Overdrive, che indirizzano il gruppo verso le nuove sonorità barrettiane.

Ritratto digitale di Syd Barrett
Nei primi giorni del 1967 viene realizzata presso i Sound Techniques, uno studio di registrazione all’avanguardia, con Joe Boyd come produttore, una sessione di registrazioni alla quale assiste Bryan Morrison, un agente musicale che era in contatto con la EMI, l’etichetta discografica più autorevole del momento; Morrison sottopone i nastri della session ai dirigenti della EMI, che si convincono a scritturare i Pink Floyd, imponendo però alla band la presenza di un loro uomo come produttore discografico, Norman Smith. Poche settimane dopo, il 10 marzo, i Floyd pubblicano il loro primo singolo ufficiale, Arnold Layne/Candy and a Currant Bun, che raggiunge la ventesima posizione nella Official Singles Chart.[46] Le due date più importanti nella primavera del ’67 sono il 14-hour technicolor dream, un concerto, tenutosi all’Alexandra Palace, destinato a una raccolta fondi per la rivista IT, del quale è rimasta traccia nel film-documentario Tonite Let’s All Make Love in London di Peter Whitehead, e soprattutto il Games for May, che si svolge alla Queen Elizabeth Hall, in cui l’ambiente, l’atmosfera, i giochi di luci e le improvvisazioni di Barrett concorrono a un evento incentrato sui Floyd, senza gruppi di supporto, nel quale fa il suo esordio l’Azimuth Co-ordinator, il primo sistema audio quadrifonico.[48] Durante il concerto viene eseguito per la prima volta in pubblico il brano See Emily Play che viene pubblicato un mese dopo, il 16 giugno, e il cui successo commerciale, il sesto posto in classifica, apre al gruppo le porte della prima apparizione televisiva nel programma Top of the Pops della BBC.

Il 4 agosto 1967 esce il loro primo album, The Piper at the Gates of Dawn, particolarmente elogiato dalla critica: considerato uno dei migliori album di musica psichedelica di tutti i tempi, definito dalla rivista Rolling Stone uno degli album di debutto che hanno maggiormente impressionato, e giudicato da Rizzi «uno dei capolavori della musica inglese degli anni ’60». I brani dell’album, prevalentemente scritti da Barrett, sono caratterizzati da testi poetici, spesso influenzati dal folk, e spaziano da ardite sperimentazioni sonore come Interstellar Overdrive, una delle prime incursioni nello space rock, a stravaganze quali The Scarecrow.Prodotto da Norman Smith, l’album raggiunge un buon sesto posto nelle classifiche inglesi, ma un risultato ben più modesto oltreoceano, dove raggiunge solamente la posizione 131 nella Billboard 200.

Ma il problema più grave che si manifesta negli ultimi mesi del 1967 sono le condizioni mentali di Syd Barrett, che mostra frequenti segni di cedimento psichico: Barrett, che abusa di droghe, in particolare LSD, tende a estraniarsi durante i concerti rimanendo a fissare il vuoto, scorda la chitarra durante la performance o addirittura nemmeno si presenta al momento di esibirsi. Inutilmente si tentano delle sedute con uno stimato psichiatra, Ronald Laing, alle quali Barrett si sottrae, né un periodo di riposo a Formentera porta giovamento alla sua salute: negli ultimi concerti dell’anno, un package tour con The Jimi Hendrix Experience, The Move e altri gruppi, in una data i Floyd sono costretti a sostituirlo sul palco con Davy O’List dei Nice e poi, nella serata finale, il “Christmas on Earth continued”, si esibiscono con Barrett totalmente assente. Pensando che la presenza di un secondo chitarrista possa alleviargli, almeno in parte, lo stress, i Floyd propongono a David Gilmour, un vecchio amico di Waters e di Barrett, di aggregarsi alla band. Gilmour accetta e dopo pochi giorni già padroneggia il repertorio,tanto da esordire a Birmingham il 12 gennaio.

L’ultimo concerto al quale Barrett prende parte si tiene il 20 gennaio 1968 a Hastings: poco dopo, a febbraio, viene escluso dal gruppo prima di un concerto, che si tiene a Southampton, i cui buoni riscontri convincono definitivamente i Floyd a staccarsi da Barrett. L’addio viene formalizzato ad aprile, le quote di proprietà della Blackhill vengono vendute e anche i manager Jenner e King abbandonano i Floyd e decidono di restare con Barrett, ritenendolo l’elemento creativo della band. Al loro posto subentra Steve O’Rourke, che rimarrà con i Pink Floyd fino al 2003, anno della sua morte. Alcuni degli ultimi brani composti da Barrett prima del suo abbandono vengono comunque pubblicati: Jugband Blues, che viene inserito in A Saucerful of Secrets, il secondo album dei Floyd, il brano Apples and Oranges, pubblicato come singolo con Paint Box, la prima composizione di Wright, sul lato B, mentre altri brani, come Scream thy Last Scream o Vegetable Man compariranno nella raccolta del 2016 The Early Years 1965-1972.

Dopo aver registrato due album come solista nel 1970, The Madcap Laughs e Barrett, prodotti da Norman Smith, co-prodotti e saltuariamente suonati da Gilmour, Waters e Wright, Barrett si ritira nella sua città natale, Cambridge, dove conduce una vita tranquilla e appartata fino al giorno della sua morte, avvenuta il 7 luglio 2006.

David Gilmour in concerto
Priva della guida di Barrett, dopo l’iniziale momento di sbandamento la band si riassesta, dandosi una struttura e degli obiettivi condivisi: anche l’arrivo di Gilmour, abile chitarrista di buona inventiva, che porta le sue idee e un approccio ponderato, concorre a rinvigorire il gruppo. Wright e Waters si cimentano nello scrivere nuovi brani, ma neppure il nuovo singolo che pubblicano il 19 aprile, It Would Be So Nice/Julia Dream, ottiene buoni riscontri. Alle serate nei club londinesi si aggiungono quelle nel nascente circuito delle università e un numero crescente di tour europei, dove il pubblico si mostra ben disposto verso la band. Il 18 e il 19 aprile i Pink Floyd tengono quattro concerti al Piper Club di Roma e si esibiscono il 6 maggio, sempre a Roma, al Palazzetto dello Sport nel “First International European Pop Festival”.Alla troupe viene aggregato Peter Watts, un esperto road manager, che in pochi anni porta importanti innovazioni tecnologiche nelle attrezzature usate durante i tour.

Nel frattempo la band lavora negli studi Abbey Road al suo secondo album, A Saucerful of Secrets, il lavoro in cui è presente la maggior quantità di esperimenti sonori nella discografia dei Pink Floyd: rumori elettronici, feedback, oscillatori e urli primitivi di Waters caratterizzano le tracce dell’album. Nel disco sono presenti gli ultimi contributi di Barrett, autore di Jugband Blues e chitarrista in Remember a Day, registrata durante le sessioni di The Piper at the Gates of Dawn, e in Set the Controls for the Heart of the Sun, sostituito d’ora in avanti da David Gilmour. Wright contribuisce con Remember a Day e See-Saw mentre Waters, che compie i primi passi verso la leadership, ne firma tre, Corporal Clegg, Let There Be More Light e Set the Controls for the Heart of the Sun. Il brano più interessante dell’album, un rilevante contributo al rock psichedelico, è la title track, una suite scritta a quattro mani, primo passo del percorso della band verso il progressive. L’album, che vede l’inizio della pluridecennale collaborazione con lo studio Hipgnosis e col designer Storm Thorgerson,viene pubblicato il 28 giugno e poche settimane dopo i Floyd inaugurano il loro secondo tour in terra americana, più riuscito del precedente, con date in comune con i Soft Machine e gli Who. Al discreto successo commerciale dell’album, che raggiunge la nona posizione nel Regno Unito, fa da contraltare l’ennesimo fiasco del loro nuovo singolo, Point Me at the Sky/Careful with That Axe, Eugene, pubblicato poco prima di Natale, tale da indurre i Floyd a dedicarsi al solo mercato degli album.Nello stesso anno i Floyd scrivono anche alcuni pezzi per la colonna sonora del film The Committee di Peter Sykes, sebbene fossero più una serie di effetti sonori che vera musica.

L’album successivo, Soundtrack from the Film More, datato 1969, vede la luce grazie al regista Barbet Schroeder, che chiede ai Floyd di creare la colonna sonora del suo film More, in uscita a maggio. Nell’album è presente un mix di canzoni e di brani strumentali, in parte ripresi dalla suite The Man and The Journey, i cui effetti sonori ben si combinano col tema della pellicola, che narra del viaggio a Ibiza di uno studente risucchiato nel vortice della droga; Waters è autore di metà delle composizioni, tra cui i due brani più convincenti, Green Is the Colour e Cymbaline. Il disco, registrato in soli otto giorni, viene pubblicato il 13 giugno e raggiunge la posizione numero 9 nel Regno Unito e, qualche anno dopo, la numero 153 oltreoceano.

Ummagumma continua il percorso intrapreso con il lavoro precedente, caratterizzato da esperimenti sonori in perfetto stile psichedelico. La struttura è molto particolare, in quanto si tratta di un album doppio: il primo disco è registrato dal vivo il 27 aprile 1969 al Mothers Club di Birmingham e il 2 maggio al College of Commerce di Manchester, sovraincidendo in studio alcune parti vocali; il secondo, invece, contiene cinque brani, ognuno realizzato da un singolo componente del gruppo. Per quanto riguarda la prima parte, i quattro pezzi presenti erano già stati pubblicati, ma l’inclusione di essi nel nuovo album voleva testimoniare la loro struttura molto più complessa durante le esecuzioni dal vivo, oltre che fungere da commiato, poiché il gruppo aveva ormai deciso di abbandonare la psichedelia per altri tipi di musica (in questo senso si trattò però di un errore, perché la loro inclusione nel nuovo album costrinse i Pink Floyd a mantenere quei pezzi nelle scalette dei concerti ancora per parecchio tempo). Riguardo invece al disco in studio, accanto a due brani opera di Waters, compaiono tre suite divise in sottosezioni, quattro quelle di Wright, e tre quelle di Gilmour e Mason. Il risultato finale mette in evidenza il valore del gruppo rispetto ai singoli talenti e gli stessi Floyd non si mostrano convinti della bontà del disco in studio. Nonostante ciò l’album, pubblicato nel Regno Unito il 7 novembre 1969 e il giorno dopo negli Stati Uniti d’America, ottiene un buon riscontro dalla critica musicale e raggiunge la quarta posizione nel Regno Unito e la numero 74 negli Stati Uniti, facendo entrare i Pink Floyd nella top 100 per la prima volta. Viene certificato disco d’oro nel febbraio del 1974 e disco di platino nel marzo del 1994.

Verso la fine del 1969 il gruppo partecipa alla colonna sonora del film Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, alla quale i quattro contribuiscono con tre brani, che compaiono sull’omonimo album (composto di brani di numerosi gruppi): Come in Number 51, Your Time Is Up (semplice rifacimento del già pubblicato Careful with That Axe, Eugene), Heart Beat, Pig Meat e Crumbling Land.

La svolta progressive
Con Atom Heart Mother, uscito il 2 ottobre 1970, si individua un punto di svolta nel percorso artistico dei Pink Floyd, che con questo lavoro abbandonano la psichedelia per abbracciare il rock progressivo che si va affermando. La partecipazione di un’intera orchestra e la collaborazione con il compositore Ron Geesin rendono la title track, originariamente intitolata The Amazing Pudding, un punto di riferimento importante nel mondo del rock progressivo. Il nome, deciso all’ultimo minuto, trae ispirazione dal titolo di un articolo di giornale riguardante una donna con un pacemaker a energia atomica che era riuscita a partorire. Celeberrima anche la copertina, ritraente una mucca che pascola in un prato e divenuta una delle più famose nella storia del rock.

La prima parte del disco è interamente occupata dall’omonima suite lunga oltre 23 minuti, brano per gruppo rock e orchestra, frutto di un lavoro collettivo, derivato per la gran parte da improvvisazioni in studio. A Ron Geesin, pioniere della musica sperimentale nel Regno Unito, si deve l’orchestrazione, che conferisce un carattere epico alla traccia, mentre il ruolo di tecnico è ricoperto da Alan Parsons, che aveva già collaborato a Ummagumma. Nel secondo lato del disco compaiono invece tre brani scritti rispettivamente da Waters, Gilmour e Wright e una minisuite collettiva, Alan’s Psychedelic Breakfast, un brano stravagante composto da rumori di un uomo che prepara e consuma una colazione all’inglese alternati a parti strumentali.

I Pink Floyd nel 1973
Nonostante l’album rappresentasse una rottura con il passato, e sia tuttora considerato uno degli album più difficili all’ascolto, esso ottiene alla sua uscita un risultato discografico molto positivo, il migliore fino a quel momento: numero 1 nel Regno Unito e numero 55 negli Stati Uniti d’America. Con l’uscita dell’album il gruppo intraprende un nuovo tour negli Stati Uniti, le cui date si svolgono nell’ambito dell’Atom Heart Mother World Tour.

Tra il 1970 e il 1975 le sonorità del gruppo assumono una connotazione definitiva, frutto della mescolanza degli stili di Gilmour, Waters e Wright. È in questo periodo, infatti, che escono gli album che hanno portato i Pink Floyd a vendere milioni di dischi in ogni parte del mondo. Meddle, pubblicato il 5 novembre 1971, è il preludio a tutto questo: Echoes, una suite di oltre 23 minuti che riempie il secondo lato dell’album e che continua il discorso iniziato da Atom Heart Mother, è definita da Waters come un «poema epico sonoro», ed è considerato da molti fan il capolavoro del gruppo. Mason parlando di Meddle lo definisce «il primo vero album dei Pink Floyd. Ha introdotto l’idea di un tema che si può ripetere».

L’album include One of These Days, un brano quasi interamente strumentale guidato dalla steel guitar di Gilmour che si innalza sulle note vibrate dal basso di Waters e altri pezzi a metà tra sperimentazione e melodia, tra i quali spicca Fearless, che si segnala per il testo di Waters e Gilmour e per l’inserimento di un coro dei tifosi del Liverpool, You’ll Never Walk Alone. Meddle, positivamente recensito dalla critica,oltreché apprezzato dai fan, raggiunge la terza posizione nel Regno Unito e la numero 70 negli Stati Uniti d’America. Tra le tracce compare anche il brano Seamus, un blues classico a cui partecipa anche un cane di nome Seamus, per l’appunto, con latrati e ululati che fanno da contrappunto alla chitarra. Lo stesso brano verrà eseguito in Live at Pompeii con un altro cane, prendendo il titolo di Mademoiselle Nobs dal nome del levriero in questione.

Meddle è, dopo A Saucerful of Secrets, un nuovo album collettivo i cui brani, abbozzati singolarmente, vengono poi rielaborati e rifiniti in studio tutti insieme, mantenendo un’impronta progressive. Poiché la preparazione dell’album, iniziata nel gennaio 1971, si protrae durante tutto l’anno per gli innumerevoli concerti che vedono impegnata la band fino a novembre, per esigenze commerciali nasce Relics, una raccolta di brani degli anni 1967-1969 contenente un solo inedito, Biding My Time. La raccolta, pubblicata il 14 maggio 1971, riesce a raggiungere la 32ª posizione nel Regno Unito e la numero 153 nella Billboard 200.

Nello stesso anno il regista Stanley Kubrick chiede al gruppo di poter utilizzare le musiche di Atom Heart Mother per il film Arancia meccanica, ma la proposta viene rifiutata per la pretesa del regista di disporre del brano a suo piacimento. Kubrick avrà modo di vendicarsi nel 1991, quando è Waters a chiedere di poter usare la voce impersonale di HAL 9000, il computer di 2001: Odissea nello spazio, nel suo album Amused to Death. Al rifiuto del regista, Waters replicherà poi indirizzandogli un messaggio poco cordiale registrato al contrario al principio del terzo brano, Perfect Sense.

I Pink Floyd nel 1971 in una scena del film Pink Floyd: Live at Pompeii
Nel 1971 i Pink Floyd ricevono anche l’offerta di girare un film-concerto: Pink Floyd: Live at Pompeii, girato dal regista Adrian Maben e ambientato in Italia nell’anfiteatro romano di Pompei, lasciato volutamente deserto, con l’area dell’arena quasi completamente occupata dalla strumentazione della band. Il video è un passaggio notevole nella carriera del gruppo, sia per il concept dell’esecuzione in uno spazio vuoto, sia per gli effetti audio-visivi utilizzati, anche se aggiunti nella riedizione denominata Director’s Cut, pubblicata in DVD solamente nel 2003.

Altra collaborazione in ambito cinematografico è rappresentata da Obscured by Clouds, colonna sonora del film di Barbet Schroeder, La Vallée, pubblicato nel 1972. L’album, pubblicato il 2 giugno del 1972, si piazza per la prima volta nella top 50 statunitense, precisamente alla posizione numero 42, e alla numero 6 in patria. Nonostante l’entusiasmo di Mason, che lo definisce un album «sensazionale», la critica non è particolarmente positiva nelle recensioni, probabilmente a causa del fatto che le tracce propongono una sorta di ricreazione tecnologica del sound floydiano, nella quale Waters e compagni esplorano liberamente i territori dell’elettronica analogica.

Una delle tracce dell’album, Free Four, è tuttavia la prima canzone dei Pink Floyd a essere trasmessa con una certa regolarità dalle radio statunitensi, nell’autunno del 1972, entrando nella Top 50 delle radio FM, facendo da traino per Obscured by Clouds e generando una certa aspettativa nei confronti del nuovo disco dei Pink Floyd, annunciato per la primavera del 1973. La title track, seguita dalla successiva When You’re in, entrambe strumentali, costituiscono inoltre per tutto il 1973 i brani di apertura dei loro concerti. Il disco è l’ultimo a contenere testi non scritti da Roger Waters, che dall’album successivo sarà il paroliere esclusivo del gruppo fino all’album A Momentary Lapse of Reason, uscito quindici anni dopo.

Il periodo classico (1973-1977)

Allestimento di scena in un concerto di Roger Waters che richiama la copertina di The Dark Side of the Moon
Alla fine del 1971 la band, in previsione di un nuovo tour, inizia a progettare un nuovo album, individuando lo stress e le angosce della vita moderna come temi portanti: Waters si occupa dei testi, Gilmour e Wright della musica. In poche settimane è già pronta una bozza di suite, eseguita e rifinita nelle esibizioni dal vivo nel corso di un tour inglese, fino ai concerti conclusivi tenuti al Rainbow Theatre nel febbraio 1972. Come per Meddle, anche le registrazioni del nuovo album, dal titolo provvisorio Dark Side of the Moon, A Piece for Assorted Lunatics, si protraggono per tutto l’anno per i numerosi impegni della band.

Il disco è un concept album che propone una musica concettuale ed eterodossa, alla quale si affiancano testi dal profondo contenuto filosofico e di riflessione sulla condizione umana, aspetto che caratterizzerà la restante carriera del gruppo. Gli argomenti trattati riguardano vari aspetti della natura umana: Speak to Me e Breathe parlano della nascita e dell’infanzia; Time, all’interno di cui è inglobata Breathe (Reprise), affronta il tema dell’invecchiamento e del soverchiante e rapido approssimarsi della morte, con la giovinezza che passa prima che ce ne si possa rendere conto; The Great Gig in the Sky, priva di testi, è una metafora della morte; Money si burla dell’avidità e del consumismo; Us and Them si riferisce al conflitto, all’etnocentrismo e al fatto che ciascuno ritenga sé stesso sempre dalla parte della ragione; Brain Damage guarda alle malattie mentali, mostra come la follia sia solo relativa e quanto la vecchiaia porti lontano da chi si era un tempo; infine, Eclipse, ultimo brano dell’album, afferma il libero arbitrio e la casualità degli eventi.

L’esecuzione delle varie canzoni che si susseguono senza stacchi fino a formare un unico brano rappresenta l’apice creativo dei Pink Floyd,ove all’uso di tecniche di registrazione e di effetti sonori avanzati da parte di Alan Parsons, che gli varranno una nomination ai Grammy Awards 1974 nella categoria miglior sonoro per un album non-classico, si aggiunge il mixaggio finale di Chris Thomas. Inconfondibili sono i rumori di fondo, dagli orologi in Time al registratore di cassa in Money, i battiti cardiaci, le urla e le risate, accompagnati dalla presenza di cori femminili, dalle performance al sax di Dick Parry ai vocalizzi di Clare Torry, tutti elementi distintivi che concorrono a rendere il disco un’opera diversa dalle precedenti produzioni del gruppo, sicuramente la più celebre e secondo molti la migliore dei Pink Floyd.

Roger Waters in primo piano e sullo sfondo una proiezione della luna, immagine ricorrente nelle scenografie floydiane
Uscito il 23 marzo del 1973 nel Regno Unito, The Dark Side of the Moon ha venduto 45 milioni di copie in tutto il mondo, diventando uno degli album di maggior successo e tra i più venduti di tutti i tempi. È rimasto per 741 settimane consecutive (oltre 14 anni) nella classifica Billboard 200 dell’omonima rivista musicale statunitense dalla quale è uscito soltanto nel 1988 e detiene il record di permanenza nella classifica con 950 settimane totali.[126] È stato il primo album dei Pink Floyd a raggiungere la prima posizione della classifica statunitense, sebbene vi sia rimasto per una sola settimana, il 28 aprile del 1973, mentre non ha superato la seconda in quella britannica, pur rimanendovi per oltre 530 settimane.La copertina, creata da Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis, è una delle più conosciute della storia del rock: essa raffigura, su di uno sfondo completamente nero, un prisma colpito da un raggio di luce bianca che si scompone, grazie al fenomeno della dispersione ottica, nello spettro visibile della radiazione elettromagnetica.

Ripetere il successo di The Dark Side of the Moon non sarebbe stato facile, per tale motivo i Floyd pensano inizialmente di produrre un album totalmente diverso dal precedente, al fine di evitare il più possibile un paragone tra i due lavori, che difficilmente si sarebbe concluso a favore del nuovo arrivato: nasce così Household Objects, oggetti domestici, un progetto musicale che prevede l’utilizzo di oggetti comuni, ad esempio elastici e bicchieri, come se fossero strumenti musicali ma che, vista l’assenza di risultati apprezzabili, viene accantonato dopo poche settimane.[130] L’album successivo viene elaborato sul filo conduttore individuato da Waters, il tema dell’assenza, e prende spunto da un tributo di Gilmour, Shine on, alla figura di Syd Barrett. Tuttavia, è un periodo di scarsa vena compositiva,di collaborazioni e di concerti, nonché di vari tour in Europa e negli Stati Uniti per cui, nell’attesa del nuovo album, le pressioni della EMI e, oltreoceano, della Columbia, che ha da poco rilevato la Capitol, portano a pubblicare A Nice Pair, un cofanetto che ripropone i primi due album, The Piper at the Gates of Dawn e A Saucerful of Secrets,che raggiunge la ventunesima posizione nel Regno Unito e la numero 36 negli Stati Uniti.[136] La band torna a lavorare in studio solo nel gennaio 1975 ripartendo dal brano ideato da Gilmour, reintitolato Shine On You Crazy Diamond, che viene sviluppato e perfezionato nelle esibizioni dal vivo; il brano, suddiviso in due pezzi, di cui il primo apre l’album e il secondo lo chiude, vede nuovamente esibirsi Dick Parry al sassofono e si conclude, dopo un notevole intervento del sintetizzatore di Richard Wright, lasciando spazio al tema di See Emily Play, brano scritto da Barrett. L’album si completa con altri tre brani, la malincolica Wish You Were Here, vorremmo che fossi qui, evidente allusione all’assenza di Barrett, che dà il titolo all’album, Have a Cigar, cantata da Roy Harper, e Welcome to the Machine, entrambe molto critiche verso la spietata “macchina” dell’industria musicale.

Pubblicato il 12 settembre 1975, l’album raggiunge la posizione numero uno sia nel Regno Unito sia negli Stati Uniti; la critica mostra di apprezzare l’album, anche se vi rimarca l’assenza di quegli spunti innovativi costantemente presenti nella produzione della band. Il 5 giugno del 1975, durante le registrazioni dell’album negli Abbey Road Studios, compare Syd Barrett, che i membri del gruppo riconoscono solo dopo diversi minuti. D’aspetto molto ingrassato, alla richiesta di spiegazioni egli risponde: «Ho acquistato un grande frigorifero in cucina, e sto mangiando molte braciole di maiale».

Il Pink Floyd pig, simbolo di Animals e figura caratteristica nei concerti del gruppo
La crescita della popolarità coincide con l’accentuarsi dei contrasti all’interno del gruppo, in particolare tra Waters da una parte e Gilmour e Wright dall’altra. Da ciò scaturisce la predominanza di Waters sugli altri membri: se negli ultimi due lavori, infatti, la sua influenza era rilevabile prevalentemente nei testi, con Animals anche l’intera idea dell’album deve essere attribuita al bassista. Le tematiche proposte da Waters, che caratterizzano anche i successivi due lavori, sono ricorrenti: la morte del padre nella seconda guerra mondiale, la crudeltà dell’industria discografica, l’individualismo e l’alienazione nella società moderna, oltre alle critiche verso il capitalismo e, in misura minore, alla religione e ad alcune personalità politiche del tempo, in particolare Margaret Thatcher e Mary Whitehouse.

L’album viene registrato presso i Britannia Row Studios, uno stabile di Islington che i Floyd, intenzionati a non rinnovare il contratto con la EMI per gli Abbey Road Studios, hanno acquistato per trasformarlo nel proprio studio di registrazione. Il disco è uno dei maggiormente dominati dalla chitarra, grazie anche all’influenza del nascente movimento punk rock di quell’anno, ed è pervaso dalla metafora, che richiama il tema orwelliano sviluppato in La fattoria degli animali, che le persone si possano dividere in tre categorie, cani, maiali e pecore. I primi sono gli arrivisti, disposti a tutto pur di emergere, i maiali sono i potenti, soprattutto i politici, mentre le pecore sono la mandria assuefatta che accetta tutto passivamente. A ognuna delle tre specie è dedicata una traccia dell’album, che è completato da Pigs on the Wing, divisa in due parti che lo aprono e chiudono (allo stesso modo in cui Shine On You Crazy Diamond è stata disgiunta e collocata in Wish You Were Here).

Concluse le registrazioni, da un’idea di Waters si passa a progettare la copertina dell’album, ove deve apparire il Pink Floyd pig, un enorme pallone gonfiabile raffigurante un maiale denominato Algie, ancorato sopra le ciminiere della Centrale Elettrica di Battersea in dismissione.La band rifiuta l’idea di realizzare l’idea graficamente e propende per una sua rappresentazione reale, ma la copertina definitiva risulterà un fotomontaggio, a causa dei problemi occorsi durante l’allestimento presso la centrale.

L’album viene pubblicato il 21 gennaio del 1977 nel Regno Unito e subito dopo i Pink Floyd, partendo dal Westfalenhallen di Dortmund, inaugurano una prolungata tournée, il In the Flesh Tour, che durerà fino a luglio, con numerose tappe europee a cui fanno seguito due distinte serie di esibizioni in territorio statunitense. Nel corso della tournée, alla quale partecipano Dick Parry e il chitarrista Snowy White come musicisti di supporto,appaiono i primi maiali gonfiabili, fatti fluttuare sopra il palcoscenico e/o fatti esplodere durante lo spettacolo. Oltre al maiale vengono introdotti nuovi effetti scenici, come riflettori, dotati di fari rotanti, che spuntano inattesi da sotto il palco, o esplosioni di fuochi artificiali da cui emergono paracadute a forma di pecora, effetti accompagnati dalle animazioni curate dal noto fumettista Gerald Scarfe.

Durante l’ultima data del tour, il 6 luglio a Montreal, Waters ha un acceso diverbio con uno spettatore, perde il controllo e gli sputa; questo incidente lo porta a riflettere sulle crescenti difficoltà di rapportarsi col pubblico e ad abbozzare nella sua mente l’idea alla base dell’album successivo, il crescente “muro” di incomunicabilità tra la band e il pubblico. Animals consegue comunque un ottimo successo commerciale, raggiungendo la posizione numero 2 in patria e la numero 3 oltreoceano, tuttavia alcuni critici lo descrivono come «noioso e cupo».

Nel 1978, a causa di gravi problemi finanziari, conseguenti al fallimento di una società d’intermediazione alla quale avevano affidato i propri capitali, i Floyd sono costretti a lasciare il Regno Unito per un anno, dal 6 aprile 1979 al 5 aprile 1980: durante questo periodo i componenti si dedicano a impegni personali, come gli album David Gilmour di Gilmour e Wet Dream di Wright, mentre Waters lavora su due progetti: The Pros and Cons of Hitch Hiking e The Wall. Il primo diverrà un album solista del bassista, mentre il secondo sarà un altro successo discografico per i Pink Floyd.
The Wall
L’esilio forzoso porta i Floyd in Francia, ove iniziano a lavorare presso i Super Bear Studios, uno studio di registrazione situato nelle Alpi Marittime, dove Wright e Gilmour avevano registrato i loro album solisti. Dato che Waters ha abbozzato molto materiale, per rinforzare la troupe vengono ingaggiati James Guthrie come tecnico del suono, Michael Kamen come arrangiatore e Bob Ezrin come produttore; quando un dirigente della Sony/CBS chiede alla band di completare il lavoro entro l’anno offrendo in cambio l’aumento dei loro proventi Waters, intravista la possibilità di riuscirci, si infuria con Wright che rifiuta di rinunciare alle sue vacanze estive per completare i pezzi alle tastiere. Di lì in breve Waters chiede a Steve O’ Rourke di estromettere Wright dalla band, relegandolo al ruolo di turnista durante il tour che segue la pubblicazione dell’album.

L’opera, ideata da Waters, tratta delle ossessioni della sua vita, esposte attraverso la metafora di una rockstar di nome Pink, nella quale si distingue chiaramente la figura di Waters, che ripercorre la propria esistenza attraverso riferimenti biografici come la morte del padre (Another Brick in the Wall), una madre iperprotettiva (Mother), la paura del sesso (Young Lust) e una generale avversione per le istituzioni[169] e che costruisce, mattone dopo mattone, un muro che lo separa dalle altre persone e che lo porta alla follia. Pink si libera dal muro solo dopo una sorta di processo mentale (The Trial) che lo condanna e che conduce all’abbattimento del muro. Alla fine dell’opera viene lasciato spazio a un messaggio positivo e di speranza: «Soli o a coppie | quelli che davvero ti amano | camminano su e giù fuori dal muro».

Il tastierista Richard Wright
The Wall è un’opera rock concepita, fin dalla genesi, in tre distinte fasi, l’album, il film e lo spettacolo dal vivo. L’album esce il 30 novembre 1979 e occupa la posizione numero 3 nel Regno Unito e la numero 1 negli Stati Uniti, restandovi per 15 settimane.[168] Si è classificato all’87º posto nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone e, oltre al plauso della critica, è stato certificato 23 volte disco di platino dalla RIAA per le oltre 23 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti; l’opera è risultata essere il doppio album più venduto della storia, nonché uno dei maggiori successi discografici di sempre con oltre 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il brano Another Brick in the Wall (Part 2), inoltre, è stato l’unico singolo dei Floyd a raggiungere la posizione numero 1 delle classifiche, mentre altri due singoli di successo sono Comfortably Numb e Run Like Hell/Don’t Leave Me Now.

Dall’album viene tratto un film, scritto da Waters, diretto dal regista Alan Parker e interpretato da Bob Geldof nel ruolo del protagonista. Viene intitolato Pink Floyd The Wall, presentato il 23 maggio 1982 al 35º Festival di Cannes e esce nelle sale il 6 agosto 1982, riscuotendo un notevole successo: quasi 15 milioni di dollari al botteghino negli Stati Uniti. Il film ripercorre le tracce dell’album, differenziandosi per l’esclusione dei brani Hey You e The Show Must Go On, oltre che per l’aggiunta di due nuovi brani: What Shall We Do Now?, escluso dall’album originale per motivi di spazio, e When the Tigers Broke Free.La pellicola, priva di dialoghi, affianca alle scene girate delle animazioni create da Gerald Scarfe.

Date le enormi proporzioni dell’allestimento e gli inevitabili problemi organizzativi e logistici, il tour itinerante viene sostituito dall’esecuzione di più concerti nello stesso luogo.[183] Nel 1980 il The Wall Tour farà solo tre tappe: alla Sports Arena di Los Angeles e al Nassau Coliseum di New York in febbraio, all’Earls Court di Londra in agosto. L’anno successivo il tour prosegue con altre due esibizioni, a Dortmund in febbraio e nuovamente all’Earls Court in giugno.

The Final Cut

Il bassista e cantante Roger Waters
Concluso il progetto di The Wall, Waters inizia a lavorare, a partire da alcuni dei brani esclusi da The Wall, a un nuovo album dal titolo provvisorio Spare Bricks.[185] Tuttavia l’approccio risulta disorganico e insoddisfacente: Waters s’indirizza allora verso un nuovo concept album, incentrato sul tema della guerra e intitolato The Final Cut, in cui torna sulla morte del padre durante la seconda guerra mondiale, esprime la sua avversione per lo scoppio della guerra delle Falkland intrapresa dalla Thatcher[186] fino a sentenziare, come riportato sul retro della copertina, A Requiem for a Postwar Dream, ossia il fallimento del sogno del dopoguerra. L’album, registrato in buona parte nei Mayfair Studios situati a Primrose Hill, nella zona nord di Londra, vede l’ormai totale predominio di Waters sugli altri componenti: scrive e canta tutti i brani, con l’eccezione di Not Now John, interpretato anche da Gilmour e che, pubblicato come singolo, con The Hero’s Return sul lato B, raggiunge la 30º posizione nelle classifiche britanniche.[188] Wright era già stato scacciato e al suo posto vi sono Michael Kamen e Andy Bown, mentre Gilmour viene progressivamente messo da parte e, nonostante alcuni suoi assoli di chitarra, il suo nome scompare dai crediti dell’album, sancendo la definitiva rottura tra il bassista e il tastierista.

Il risultato discografico è la prima posizione nel Regno Unito e la sesta negli Stati Uniti d’America, ottenendo anche il plauso della critica. All’album non fa seguito alcun tour, se non una raccolta di brani del periodo 1967-1972, intitolata Works, che include l’inedita versione in studio del brano Embryo e alcuni progetti solisti, come About Face di Gilmour e Identity di Wright, in collaborazione con Dave Harris, mentre Waters completa e pubblica The Pros and Cons of Hitch Hiking.

L’abbandono di Waters
«Eravamo consapevoli che prima o poi Roger ci avrebbe comunicato che sarebbe andato via. Sia io che David Gilmour ci aspettavamo quel momento già da tempo e sapevamo che saremmo comunque andati avanti. Diciamo che per certi versi è come quando è morto Stalin, c’è voluto un po’ di tempo per recuperare da quella situazione, un periodo che è durato tre o quattro anni.»
Nel dicembre del 1985 Waters annuncia la sua separazione dai Pink Floyd, definendoli «uno spreco di energie», pensando probabilmente che il suo abbandono avrebbe portato alla fine del gruppo. A questo fatto segue una piccola battaglia legale, risolta a favore dei restanti componenti Gilmour e Mason, al fine di stabilire a chi spettasse portare avanti il nome del gruppo. Nel 1986 viene pubblicato un disco intitolato Music for Architectural Students contenente registrazioni dal vivo degli anni sessanta e settanta.

L’era di Gilmour (1985-1995)
A Momentary Lapse of Reason

Il batterista Nick Mason
Il 7 settembre 1987 viene pubblicato il disco A Momentary Lapse of Reason, che raggiunge la terza posizione sia nella Official Albums Chart britannica sia nella Billboard 200 statunitense. Dal momento che Waters era stato in precedenza l’autore della maggior parte dei testi floydiani, per questo lavoro Gilmour e Mason si rivolgono a figure esterne: Bob Ezrin che funge da co-produttore e collabora ad alcuni testi e Jon Carin che scrive le parole di Learning to Fly, oltre a essere il tastierista in molti dei brani dell’album;anche Phil Manzanera dei Roxy Music, il poeta inglese Roger McGough e la compositrice canadese Carole Pope vengono contattati, ma alla fine la scelta del paroliere ricade su Anthony Moore degli Slapp Happy. Le sedute di registrazione iniziano sull’Astoria, una casa galleggiante trasformata in studio da David, mentre la realizzazione della copertina viene affidata al designer Storm Thorgerson.

Il concerto dei Pink Floyd a Venezia del 15 luglio 1989
Durante la relativa tournée, intrapresa tra il 1987 e il 1989, Richard Wright tornerà a far parte del gruppo. La tournée, che comprende anche il concerto di Venezia – trasmesso in diretta televisiva mondiale – organizzato il 15 luglio 1989 in occasione della festa del Redentore su un palco galleggiante nel bacino San Marco, riscuote un successo notevole e si chiude al Knebworth Park nel giugno 1990.[196] Due singoli estratti dall’album finiscono in cima alla Mainstream Rock Songs statunitense: Learning to Fly e On the Turning Away. Un anno più tardi il gruppo realizza un doppio album dal vivo intitolato Delicate Sound of Thunder e registra alcuni brani per il film La Carrera Panamericana, nel quale figurano anche Gilmour e Mason in veste di piloti.

A Momentary Lapse of Reason è il disco maggiormente influenzato da Gilmour: tutti i brani portano infatti la sua firma. Le tracce presentano arrangiamenti roboanti e complesse divagazioni strumentali: già nelle note di apertura di Signs of Life vi sono sintetizzatori d’atmosfera che emergono da un tappeto di suoni e voci. Nel secondo brano, Learning to Fly, vi è la presenza di coriste, caratteristica anche di One Slip. L’andatura marziale e minacciosa di The Dogs of War sembra voler recuperare le atmosfere di The Wall mentre Yet Another Movie è un esperimento di aggiornamento del sound floydiano: lento e pesantemente scandito, vede lunghi feedback di chitarra sposarsi con le tastiere. Sorrow rende poi onore allo stile chitarristico di Gilmour, A New Machine e il pezzo strumentale Terminal Frost completano il disco, insieme alla ballata On the Turning Away, una sorta di seguito ideale di Us and Them.

The Division Bell
Al successivo The Division Bell partecipa anche Wright, rientrato nella formazione, il quale dà un contributo significativo alla registrazione del disco, che esce il 30 marzo 1994 nel Regno Unito e il 5 aprile dello stesso anno negli USA, piazzandosi al numero 1 nelle classifiche di entrambe le nazionie vendendo oltre 12 milioni di copie. Al successo commerciale segue inoltre un notevole plauso di fan e critica. The Division Bell è un concept album che parla, come in The Wall, dell’incomunicabilità tra gli individui, problema con cui i tre componenti avevano avuto a che fare, tra cause legali e divorzi. Alla stesura dei testi partecipa anche la giornalista Polly Samson, fidanzata con Gilmour, il quale è reduce dal divorzio, dopo quasi 20 anni di matrimonio, con la ex moglie Ginger. Nei testi non mancano inoltre riferimenti a Waters, come in Lost for Words, e a Barrett, in Poles Apart. Il disco è trainato da brani come Marooned, premiato nel 1995 con un Grammy Award come miglior brano strumentale, e dal doppio singolo High Hopes/Keep Talking.

All’album segue un imponente tour mondiale, del quale rimane traccia in Pulse, pubblicato l’anno seguente, tratto dai concerti tenuti in diverse località europee e contenente la prima versione integrale dal vivo di The Dark Side of the Moon. La qualità del live è altissima: la formazione si avvale di due chitarre, due tastiere, basso, batteria, percussioni, sassofono e tre coriste. Nel film omonimo è possibile inoltre osservare anche la maestosità del gigantesco apparato scenografico che fa da cornice ai concerti del tour: centinaia di luci, raggi laser, fumi e persino fuochi d’artificio si combinano in coreografie che accompagnano i brani, battuta per battuta. Il manager Steve O’Rourke affermò che il punto era unicamente dar vita al miglior show possibile.

Gli anni duemila (2000-2015)
Nel 2000 viene pubblicato l’ultimo disco dal vivo del gruppo, registrato durante il tour di The Wall tra il 1980 e il 1981 a Londra e intitolato Is There Anybody Out There?: The Wall Live 1980-1981, che raggiunge la posizione numero 19 negli Stati Uniti. Nel 2001 esce invece Echoes: The Best of Pink Floyd, una raccolta su disco doppio contenente 26 tracce appositamente rimasterizzate che ha raggiunto i tre dischi di platino.

Il 2 luglio 2005, in occasione del Live 8, la grande manifestazione musicale organizzata dall’amico Bob Geldof per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla povertà e sui problemi dell’Africa, i Pink Floyd tornano a esibirsi nella loro formazione storica, Roger Waters compreso, eseguendo cinque brani rappresentativi della loro avventura musicale: Speak to Me, Breathe (a cui venne accorpato Breathe (Reprise)), Money, Wish You Were Here e Comfortably Numb. Durante l’esecuzione di Wish You Were Here Waters ha voluto ricordare Syd Barrett, affermando:

«It’s actually quite emotional, standing up here with these three guys after all these years. Standing to be counted with the rest of you. Anyway, we’re doing this for everyone who’s not here, particularly, of course, for Syd.»
«Effettivamente è emozionante stare qui con questi tre ragazzi dopo tutti questi anni. Qui per essere contati assieme a voi. Comunque, lo stiamo facendo per tutti quelli che non sono qui, in particolare, naturalmente, per Syd.»

(Roger Waters)

I Pink Floyd al Live 8
Durante il tour estivo di Waters dello stesso anno, negli spettacoli di Magny-Cours in Francia, all’Hyde Park di Londra, a Reykjavík in Islanda e al Summer Festival di Lucca, Nick Mason si aggrega al gruppo nella seconda parte dei concerti, mentre Wright, che aveva partecipato al tour solista di David Gilmour, declina l’offerta poiché impegnato con il nuovo album solista. Lo stesso Nick Mason, in seguito, si aggiunge a David Gilmour e a Richard Wright nella terza serata conclusiva del Tour on an Island del chitarrista alla Royal Albert Hall di Londra, il 31 maggio 2006, ricomponendo i Pink Floyd per due canzoni: Wish You Were Here e Comfortably Numb. Si tratta della prima apparizione del trio dopo il Live 8 e, a detta di Gilmour, dell’ultimo atto dei Pink Floyd.

Waters e i Pink Floyd incrociano tuttavia nuovamente le proprie strade il 10 maggio 2007, in occasione di un concerto organizzato in memoria di Syd Barrett, morto a Cambridge il 7 luglio dell’anno precedente. Nonostante l’attesa dei fan, però, i quattro non suonano insieme: Waters si esibisce nella prima parte dello show con Jon Carin, eseguendo la sua Flickering Flame, brano che affronta il tema di un amico morto, i tre Floyd suonano subito dopo la vecchia Arnold Layne, senza Waters, accompagnati dallo stesso Carin e dal bassista degli Oasis, Andy Bell. Il motivo di tale scelta fu di non voler distogliere l’attenzione dal protagonista della serata, ovvero Syd Barrett.

Lunedì 15 settembre 2008 viene annunciata la morte di Richard Wright, avvenuta a 65 anni dopo una breve lotta contro il cancro. Lo stesso giorno David Gilmour dice di Richard Wright:
«Nessuno può sostituire Richard Wright. È stato il mio partner musicale e amico. Nelle discussioni su chi o cosa fossero i Pink Floyd, il contributo enorme di Rick è stato spesso trascurato. Era gentile, modesto e riservato ma la sua voce profonda e il suo modo di suonare erano vitali, magiche componenti del nostro riconoscibile sound. Non ho mai suonato con nessuno come lui. L’armonia delle nostre voci e la nostra telepatia musicale sono sbocciate nel 1971 in Echoes. A mio giudizio tutti i più grandi momenti dei Pink Floyd sono quelli in cui lui è a pieno regime. Dopo tutto, senza Us and Them e The Great Gig in the Sky, entrambe composte da lui, cosa sarebbe stato The Dark Side of the Moon? Senza il suo tocco pacato l’album Wish You Were Here non avrebbe funzionato molto. Nei nostri anni di mezzo, per vari motivi lui ha perso la sua strada per qualche tempo, ma nei primi anni Novanta, con The Division Bell, la sua vitalità, brillantezza e humor sono ritornati e la reazione del pubblico alle sue apparizioni nel mio tour del 2006 è stata tremendamente incoraggiante, ed è un segno della sua modestia che quelle standing ovation siano giunte a lui come una grande sorpresa (sebbene non al resto di noi). Come Rick, non trovo facile esprimere i miei sentimenti con le parole, ma lo amavo e mi mancherà enormemente.»

Gilmour e il suo gruppo rendono omaggio a Wright durante la serie televisiva britannica Later with… Jools Holland suonando il brano Remember a Day, peraltro mai eseguito dal vivo in precedenza e tratto dall’album A Saucerful of Secrets.

David Gilmour a Monaco di Baviera nel luglio del 2006
Il 10 luglio 2010 David Gilmour e Roger Waters decidono di tornare a suonare insieme, a distanza di cinque anni dall’ultima esibizione al Live 8, in occasione di un concerto di beneficenza per la Hoping Foundation. L’avvenimento assume particolare rilevanza perché è nota l’acredine che per quasi trent’anni ha caratterizzato il rapporto tra i due musicisti. Gilmour, per ricambiare la partecipazione del ritrovato amico e collega, partecipa invece alla data del 12 maggio 2011 del tour mondiale di The Wall a Londra suonando Comfortably Numb insieme a Waters. Al termine del concerto, durante i saluti e nel brano finale Outside the Wall, oltre a Roger Waters e al suo gruppo, erano presenti sul palco anche David Gilmour e Nick Mason. Questa è stata con ogni probabilità l’ultima apparizione in pubblico degli ultimi tre componenti rimasti in vita dei Pink Floyd.

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